Spiritualità e vocazione monastica

Rimanendo all’interno della tradizione cristiana, la spiritualità monastica affonda le proprie radici nella primissima comunità formatasi a Gerusalemme. Modello delle varie esperienze monastiche diventano quindi le primitive comunità cristiane del periodo apostolico che, nelle città, vivevano in modo radicale la propria fede alla ricerca di un’unione intima ed esclusiva con Cristo. Il loro ideale era quello di piacere soltanto a Dio e di anticipare in qualche modo sulla terra quella vita trascendente in cui Dio è “tutto in tutti”. Ancora oggi la vocazione monastica è indubbiamente una delle più belle nella chiesa di Dio.

La “vita contemplativa”, come viene solitamente definita la vita degli ordini monastici, è una vita interamente dedicata al mistero di Cristo e totalmente abbandonata allo Spirito Santo. Una vita di umiltà, di obbedienza, di solitudine, di silenzio, di preghiera in cui si rinuncia ai propri desideri e alle proprie abitudini per vivere nella libertà dei figli di Dio. La vita del monaco è come un pellegrinaggio verso la patria definitiva; egli vive distaccato dalle cose terrene, sempre vigilante e gioiosamente proteso verso la parusia del giorno del Signore nel quale sarà pienamente al suo posto.

Uomo di preghiera, il monaco impara che attraverso le sue preghiere, attraverso la benedizione che la presenza di un monastero riversa tutt’attorno, il mondo viene santificato e avvicinato a Dio. Deve gioire per il fatto che attraverso la sua unione nascosta con Cristo, permette ad ogni cosa di farsi più vicina al proprio fine ultimo e di dar gloria al proprio creatore. Inoltre comprende come sia Gesù stesso, che prega in lui, che continua, attraverso l’ufficio divino, la sua opera di redenzione del mondo. La sua vita spirituale è la vita dello Spirito di Cristo nella sua chiesa.

È la vita che fluisce dal contatto con Cristo quale “spirito datore di vita”. Avere una vera vita spirituale è allora pensare, amare e agire non soltanto come Cristo avrebbe agito in siffatta situazione, ma come realmente agisce, attraverso la sua grazia, in lui, in questo preciso momento. È vivere ed agire con il pensiero della chiesa, che è il pensiero di Cristo. La vita monastica quindi non è qualcosa di singolare ma una vita vissuta sulle orme della lunga schiera di coloro che ci hanno preceduti nella sequela del Cristo i quali hanno raggiunto il massimo di partecipazione dando la loro vita per Lui.

Comunità Monastica

Bet'el

Chi siamo

Betel è una piccola comunità monastica che, in ascolto dello Spirito e con semplicità di cuore, si è posta alla ricerca di Dio e che in risposta alla sua chiamata, ha scelto di camminare umilmente con Lui secondo la sua promessa, nell’obbedienza al Vangelo, sulle orme dei santi Padri che li hanno preceduti, nel cuore della città, nella Chiesa, tra gli uomini.

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La comunità

La comunità e l’amore fraterno stanno al cuore della vita monastica. Nella loro sostanza di dono hanno il loro inizio nel Signore che per primo chiama, fonda e giustifica lo stare insieme.

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Preghiera e liturgia

La recita della salmodia, nella sua alternanza di silenzio e di ascolto, scandisce le ore della giornata e immette la lode che risuona nel tempo nella lode che risuona incessantemente nell’assemblea della Gerusalemme celeste.

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News e agenda

Il volto dell’uomo che incontriamo è l’icona di Cristo che contempliamo. Questo fa del monastero uno spazio aperto, accogliente e carico d’amore, luogo di una presenza agli uomini fatta di amicizia e di rapporti semplici, autentici e liberanti.

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Spiritualità e vocazione monastica

Rimanendo all’interno della tradizione cristiana, la spiritualità monastica affonda le proprie radici nella primissima comunità formatasi a Gerusalemme. Modello delle varie esperienze monastiche diventano quindi le primitive comunità cristiane del periodo apostolico che, nelle città, vivevano in modo radicale la propria fede alla ricerca di un’unione intima ed esclusiva con Cristo. Il loro ideale era quello di piacere soltanto a Dio e di anticipare in qualche modo sulla terra quella vita trascendente in cui Dio è “tutto in tutti”. Ancora oggi la vocazione monastica è indubbiamente una delle più belle nella chiesa di Dio.

La “vita contemplativa”, come viene solitamente definita la vita degli ordini monastici, è una vita interamente dedicata al mistero di Cristo e totalmente abbandonata allo Spirito Santo. Una vita di umiltà, di obbedienza, di solitudine, di silenzio, di preghiera in cui si rinuncia ai propri desideri e alle proprie abitudini per vivere nella libertà dei figli di Dio. La vita del monaco è come un pellegrinaggio verso la patria definitiva; egli vive distaccato dalle cose terrene, sempre vigilante e gioiosamente proteso verso la parusia del giorno del Signore nel quale sarà pienamente al suo posto.

Uomo di preghiera, il monaco impara che attraverso le sue preghiere, attraverso la benedizione che la presenza di un monastero riversa tutt’attorno, il mondo viene santificato e avvicinato a Dio. Deve gioire per il fatto che attraverso la sua unione nascosta con Cristo, permette ad ogni cosa di farsi più vicina al proprio fine ultimo e di dar gloria al proprio creatore. Inoltre comprende come sia Gesù stesso, che prega in lui, che continua, attraverso l’ufficio divino, la sua opera di redenzione del mondo. La sua vita spirituale è la vita dello Spirito di Cristo nella sua chiesa.

È la vita che fluisce dal contatto con Cristo quale “spirito datore di vita”. Avere una vera vita spirituale è allora pensare, amare e agire non soltanto come Cristo avrebbe agito in siffatta situazione, ma come realmente agisce, attraverso la sua grazia, in lui, in questo preciso momento. È vivere ed agire con il pensiero della chiesa, che è il pensiero di Cristo. La vita monastica quindi non è qualcosa di singolare ma una vita vissuta sulle orme della lunga schiera di coloro che ci hanno preceduti nella sequela del Cristo i quali hanno raggiunto il massimo di partecipazione dando la loro vita per Lui.

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